La fisica e le altre materie logico-matematiche sono altamente concettuali. In quanto tali, mettono a nudo i tre problemi principali riscontrati dagli studenti, che la didattica convenzionale non riesce a risolvere:

  • Autostima: Apprendere è complicato. Non capire un concetto ci fa sentire stupidi e non in grado di fare progressi. Se non si interviene su questo aspetto, la voglia di apprendere si trasforma prima in frustrazione e poi in demotivazione, causando l’abbandono dello studio. Costruire l’autostima dello studente per mezzo di una guida attenta è quindi un aspetto fondamentale della didattica.
  • Comunicazione: Spesso il gap generazionale tra insegnante e studente fa sì che i concetti vengano alterati dai diversi modi di esprimersi, e la differenza di età stimola un timore reverenziale che non consente allo studente di esprimere le proprie difficoltà. Il problema principale riguarda il fatto che l’insegnante ha una visione della materia troppo distante da quella di un neofita. Questa visione è frutto di una rielaborazione negli anni che ha permesso a chi insegna di essere molto sicuro di ciò che dice, a discapito della comunicabilità: certi passaggi logici fondamentali vengono omessi e lo studente si perde, e ciò alimenta il problema dell’autostima.
  • Contenuto: La qualità prima della quantità. Questa filosofia è seguita sempre meno dal sistema scolastico, dove si predilige il nozionismo. Lo studente si ritrova a destreggiarsi tra argomenti collegati male tra loro, di numero troppo elevato, e costellati da informazioni di cui non sa attribuire un ordinamento di importanza. L’approccio vincente è invece quello di dire il meno possibile e guidare lo studente attraverso lo studio della materia con gradualità.

Questi problemi sono universalmente riconosciuti, ma raramente risolti. La soluzione consiste nell’impostare l’insegnamento secondo un preciso schema narrativo, nel riconoscere che di uno stesso argomento si possono avere più livelli di comprensione, ed infine nel riconoscere l’importanza dell’apprendimento ricorsivo.

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Lo schema narrativo consiste nel creare un micro-universo attorno all’oggetto di studio. In questo micro-universo le conoscenze devono essere auto-consistenti, con ruoli e significati ben precisi, espressi nel linguaggio più semplice e diretto possibile. Ogni argomento di studio si presenta con la seguente struttura: problema di base-indizi-soluzione. Questa struttura va preservata a tutti i costi per rendere il processo di apprendimento più naturale possibile, e da qui il nome “schema narrativo”: va narrata una storia. Come ogni storia ben scritta, questa va riempita di indizi e situazioni ben costruite, con il fine di massimizzare la fase risolutiva del romanzo. In definitiva l’insegnamento non dovrebbe essere “il problema è A, la cui soluzione è B, ora torniamo ad A, ricordandoci che esiste anche C (mai citato prima di ora), e deriviamo B”, bensì dovrebbe essere “Il problema è A, come arriviamo alla sua soluzione? Ecco una serie di indizi, testiamoli tutti (senza rivelare nulla di più di quello che serve realmente)“, lasciando tale rivelazione ai livelli successivi di comprensione.

Quando desideri insegnare, sii conciso; le menti degli studenti assorbono rapidamente ciò che dici, imparano la lezione, e la conservano accuratamente. Ogni parola che non è necessaria strariperà ai lati di una mente traboccante.
-Cicerone

I livelli di comprensione: vanno immaginati come strati sovrapposti fondati l’uno sull’altro, esistenti tutti allo stesso momento (cioè è possibile regredire ed avanzare tra un livello e l’altro in base alla natura del proprio ragionamento). Non c’è nulla di male nell’insegnare un argomento molto complesso limitandosi inizialmente a una sua comprensione semplicistica (livello zero): l’unica cosa che conta è che tale comprensione sia auto-consistente e non generi confusione nello studente che si appresta ad apprezzare le difficoltà dei livelli successivi. Questo approccio getta le basi per la risoluzione del problema dell’autostima.

L’apprendimento ricorsivo: Per alimentare l’autostima e la cementificazione dei livelli di comprensione, è importante richiamare in maniera costante gli strumenti imparati in precedenza ai livelli inferiori, studiando attentamente come questi si inseriscono nei livelli successivi. Questo processo ha il doppio scopo di rinforzare quanto già si sapeva prima, e di dare un senso di ricompensa mentale per i nuovi collegamenti effettuati.


PS. ho scritto un libro di testo che rappresenta proprio ciò che avrei desiderato leggere all’inizio dei miei studi di Fisica. Si chiama “L’apprendista teorico” , dai un’occhiata per vedere di cosa si tratta. Il libro è acquistabile su Amazon.

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