Mi chiamo Matteo e mi occupo di Fisica Teorica delle particelle. In particolare, mi piacciono i neutrini.

Qualche notizia accademica…

Sono del 1998 e la mia Alma mater è l’università di Pisa, in cui ho conseguito la triennale (2020) e la magistrale in Fisica Teorica (2023).

Sono membro della Società Italiana di Fisica.

Perché questo blog?

Mi piace capire cose difficili per tentare poi di spezzettarle in parti più semplici, più digeribili. Questo è il motivo per cui scrivo questo blog.

Mentre studio mi piace redigere appunti in cui annoto ciò che imparo, seguendo lo stile didattico che preferisco e utilizzando un formato più conciso. L’idea è che poi questi appunti possano risultare utili anche ad altre persone che studiano le stesse cose, in modo da velocizzare il processo di apprendimento ed evidenziare i collegamenti concettuali importanti.

Perché questo? Nella mia carriera da studente ho imparato, grazie al confronto con i miei colleghi e docenti, ad apprezzare i dettagli che contribuiscono all’efficacia dei metodi di insegnamento. In particolare ho riconosciuto che il valore dell’insegnamento, in un contesto di progresso scientifico, risiede nel far fare agli studenti molta meno fatica nell’imparare l’argomento rispetto a quella fatta a suo tempo da chi lo insegna.

L’obiettivo dovrebbe essere quello di imparare nella metà del tempo ciò che il tuo docente ha imparato in una vita di studio, in modo da aiutare il progredire della scienza nel tempo che rimane.  

Tanti appassionati, nel momento in cui devono scegliere se studiare fisica all’università, si tirano indietro ancora prima di provare o mollano poco dopo aver iniziato. Ho individuato due motivi principali:

  • Autostima: Le persone che non provano nemmeno sono convinte di non essere in grado. Questo perché il sistema scolastico ha fallito nel presentare la fisica e la matematica, a partire da come vengono presentati i concetti fino al metodo di apprendimento degli strumenti matematici necessari. Il metodo scolastico ortodosso premia un certo tipo di personalità tra gli studenti, ma abbandona quelle persone che con la loro attitudine possono comunque dare tanto al mondo scientifico. Queste persone finiscono per perdere fiducia nei loro mezzi (si sentono spesso i rimpianti in età adulta “potevo studiare fisica se…”).
  • La fisica è ben diversa da quella che pensavano: Molti entrano in aula universitaria con un’idea della fisica che non ha nulla a che fare con le metodologie realmente adottate. Questa idea viene inculcata a livello scolastico, dove la fisica viene (in molti casi) presentata come mero nozionismo, sfibrandola dei suoi collegamenti più profondi. Le persone che hanno questa idea possono trovarsi in difficoltà all’inizio, e se non correttamente supportate, possono finire per mollare.
scaric

Le percentuali di abbandono universitario sono tra le più alte in Europa specialmente nelle materie scientifiche, quindi non stiamo parlando di “selezione naturale”,  ma di un problema sistematico: stiamo perdendo capitale umano.

C’è la possibilità di provare a ribaltare questa situazione, ad esempio creando un collegamento fra il mondo liceale e quello universitario, dando la possibilità agli studenti di sapere fin da prima come funziona “concettualmente” tutta la fisica, fornendo gli strumenti matematici fondamentali in maniera semplice e intuitiva. L’obbiettivo è quello di aiutarli a creare un’autostima che li possa supportare nel resto della loro carriera.

La mia speranza è che questo tipo di approccio didattico venga adottato da sempre più persone di diverse discipline scientifiche. Io provo a fare il mio, con la Fisica Teorica.

Contatti: matteoparri@cinturadiorione.com

PS. ho scritto un libro di testo che rappresenta proprio ciò che avrei desiderato leggere all’inizio dei miei studi di Fisica. Si chiama “L’apprendista teorico” , dai un’occhiata per vedere di cosa si tratta. Il libro è acquistabile su Amazon.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: